L’articolo giusto per fugare ogni dubbio sulla questione: analizziamo insieme lunghezza, contenuti e siti di pubblicazione
Innanzitutto, benvenuto!
Se hai scelto di leggere questo articolo, molto probabilmente è perché anche tu ti chiedi spesso quale dovrebbe essere la lunghezza giusta per un video. Quindi bando alle ciance e cominciamo a rispondere a questa spinosa domanda.
Prima di scendere nel dettaglio, è bene fare una piccola premessa nel caso già non fosse chiara: non c’è una risposta univoca, semplice e veloce a questa domanda. Quindi diffida da chi ti dà una soluzione certa, perché NON C’È!
Detto ciò, cerchiamo di rispondere al quesito tramite un primo concetto che deve essere ben fissato nella testa di chiunque voglia pubblicare un video: EVITA di iniziare con un’introduzione troppo lunga!
Come si vede nel grafico qui sotto la percentuale media di visualizzazioni di un video si riduce drasticamente di almeno ¼ (se non ⅓) già dopo i primi 2-3 minuti. Sicché “sprecare” i primi 30 secondi di un video con una sigla eccessivamente lunga o con una generica introduzione all’argomento rischia di vanificare tutto lo sforzo fatto per costruire la narrazione visiva e, cosa più preoccupante, perdere l’utente.
La seconda preziosa informazione che salta all’occhio è che i primi 30 secondi (o un minuto al massimo) sono soggetti all’esposizione massima di views. È quindi questo momento iniziale quello in cui bisogna inserire i contenuti più succosi e significativi.
Cosa conta di più in un contenuto Video: il Contenuto o ‘chi parla’? Ecco la Risposta (Montemagno Docet)
Un’altra cosa che devi tenere in considerazione è che conta di più chi parla e che cosa dice rispetto alla lunghezza del video. Bada prima alla sostanza, poi alla forma.
Un esempio? Marco Montemagno.
Se dovessimo affidarci a quello che dicono i “social media marketer”, generalmente i video sui social non dovrebbero superare i 30 secondi o al massimo qualche minuto.
Perché allora Montemagno riesce a tenere incollati i suoi utenti con video che vanno ben oltre la durata consigliata?
La spiegazione di questo “arcano” la possiamo trovare in due aspetti.
(1) L’affermazione del suo personal brand (quanto è conosciuto dalle persone)
È abbastanza logico e intuitivo: più sei conosciuto, più hai autorevolezza per arrivare a un pubblico più ampio.
Tuttavia non è una spiegazione esaustiva, perché se compariamo Marco Montemagno ad altri personaggi della sua portata, vedremo che sono pochi quelli in grado di macinare i suoi stessi numeri.
Per spiegare il “fenomeno” dei video di Montemagno, abbiamo bisogno di altri elementi.
(2) La sua capacità di “bucare lo schermo” (quanto riesce a tenere alta l’attenzione)
Questa capacità è un mix di competenze che riguardano quanto è interessante e originale il contenuto, ma anche il carisma che si ha nel comunicarlo. E in questo Montemagno, che piaccia o no, ha una invidiabile abilità.
Un altro elemento che incide nella persuasività dei contenuti che si andranno a creare in rapporto alla loro lunghezza, è la loro “tipologia”. Quanto incide la “tipologia” di video nel riuscire a persuadere l’utente a rimanere incollato allo schermo? Scopriamolo.
Ti ho messo qui sotto un’altra tabella per capire meglio il concetto. Vediamola un attimo assieme.
Ecco ciò che possiamo dedurre:
- I video testimonial, che vengono usati per aumentare la vendita di beni o servizi, sono quelli con durata minore. Ciò che fa la differenza per quanto riguarda questa tipologia è la scelta della persona (testimonial) che andrà a sponsorizzare il prodotto.
- I video che parlano di un’azienda, della panoramica dei suoi prodotti o della loro composizione hanno bisogno di una durata leggermente superiore per essere funzionali.
- I video dimostrativi del prodotto sponsorizzato(o se preferisci, le video-recensioni) sono quelli più lunghi; si consiglia caldamente di restare comunque entro i 3 minuti.
Contenuto e Piattaforma di Pubblicazione: ecco l’Alchimia (quasi) Perfetta per Video di qualità.
Tuttavia, nonostante i dati aiutino a monitorare e a fotografare una data situazione, bisogna sempre calarli nelle varie situazioni e contesti.
Questo deriva dal fatto che ogni social network o piattaforma utilizzata per divulgare il proprio contenuto video, ha regole specifiche e un pubblico altrettanto preciso che devono essere tenuti in considerazione per rendere il proprio contenuto il più attraente e persuasivo possibile.
Per esempio i “video guida” generalmente sono contenuti molto più adatti per una piattaforma come YouTube rispetto a Instagram.
Così come i “video ispirazionali” sono molto più diffusi su un social come Instagram rispetto a Facebook, LinkedIn o YouTube.
Questo perché, come anticipato poco fa, il pubblico target presente nelle rispettive piattaforme è diverso, e di conseguenza varia anche la soglia dell’attenzione e quindi il tempo che le persone sono disposte a concederti.
Non solo. Anche le limitazioni e le caratteristiche di formato che deve rispettare un video sono diverse da piattaforma a piattaforma.
In seguito a queste considerazioni, le indicazioni pratiche che ti consiglio di mettere in atto dalla prossima volta che ti troverai a girare e condividere un video nei social, è di fermarti un attimo a ragionare su:
- La piattaforma in cui dovrai andare a pubblicarlo: quali sono le caratteristiche? Che contenuti video predilige? Quali sono i format che funzionano di più?
- Il pubblico: chi sono le persone che guarderanno il video? Che età hanno? Interessi?
Devi essere come un cecchino: più sei in grado di prendere la mira su queste due dimensioni e più il tuo video riuscirà a bucare lo schermo (sì, anche se non sei Montemagno).
Se hai domande specifiche o approfondimenti, ti invito a lasciarle in un commento.
Spero che l’articolo sia stato d’aiuto. Se fosse così, ti chiedo di aiutarmi a divulgarlo e di condividerlo con i tuoi contatti, almeno quelli a cui pensi che possa interessare approfondire questo argomento.
Alla prossima!
Francesco
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