In questo tempo sospeso di emergenza sanitaria e di isolamento sociale, che cosa fanno le aziende a livello comunicativo?
Alcune sfruttano l’occasione per cavalcare a livello creativo il disagio e l’imperativo “restate a casa”, altre proseguono le tendenze pre-virali della loro comunicazione, altre infine tacciono, o continuano a tacere.
Covid19 sta trasformando molti aspetti della nostra vita. A cambiare, oltre alla mobilità e alle abitudini quotidiane, forzatamente condizionate dall’isolamento, è sicuramente il modo di comunicare. O meglio, il virus ha amplificato e reso ancor più protagonista un metodo di relazionarsi con gli altri, che oggi ci appare per molti versi vitale: la comunicazione digitale.
Quante volte in questi giorni abbiamo sentito dire, o abbiamo detto noi stessi: “Come faremmo senza smartphone?”. Questo vale per le nostre relazioni, tenute vive grazie a interminabili videochiamate e a una rete ancor più fitta (se possibile) di messaggi e post; vale per il nostro lavoro, che può proseguire con la stessa efficacia di prima con collegamenti da remoto; vale infine per la formazione, professionale e scolastica, attivata su piattaforme digitali, più o meno collaudate.
Stiamo scoprendo (o riscoprendo) l’efficacia e le potenzialità della comunicazione digitale. E questo lo facciamo per motivi di “sopravvivenza”, sia nella sfera privata sia nel contesto professionale degli affari.
È in questo contesto di sperimentata utilità del digitale che le aziende devono presidiare il loro spazio di comunicazione, senza arretrare o, peggio, sparire. Per loro un atteggiamento consapevole delle opportunità e rispettoso di questi tempi difficili è un prezioso viatico per il viaggio che stanno compiendo in territori sconosciuti e sarà un buon patrimonio per la ripresa futura.
Non interrompere il dialogo con i propri stakeholder, con fornitori e clienti: ogni azienda, soprattutto media e piccola, ha l’occasione di rinsaldare un rapporto di fidelizzazione su più fronti. L’etimologia della parola “crisi” significa “decisione”: sono i momenti difficili, quelli che richiedono uno sforzo aggiuntivo di risorse umane, creative e intellettive e che ci impongono di decidere, di prendere una posizione, di marcare il territorio con una presenza singolare e ben definita.
Dire che cosa si pensa, che cosa si sta facendo e che progetti si hanno per il futuro; parlare di sé, dei propri dipendenti (e anche parlare “ai propri dipendenti”), delle risorse che sono state messe in campo in questo periodo, in termini di smartworking e di formazione a distanza.
E la crisi serve anche a noi stessi per fare chiarezza su chi siamo, che cosa vogliamo e dove vogliamo andare: così le imprese sono chiamate a recuperare e definire con maggior precisione la propria identità per rivolgersi alla propria audience con chiarezza.
Comunicare, quindi. Parole, immagini, suoni, video… ogni mezzo è utile per trasmettere un messaggio di identità del proprio business e al tempo stesso di vicinanza ed empatia a chi ci incontra per le strade digitali, le uniche che al momento possiamo percorrere.