Marketing Ambientale: che cos’è?
Essere eco, plastic free, rinnovabili: ecco le strategie per competere sul mercato.
Il Marketing Ambientale è una strategia complessa, studiata per durare e migliorare nel tempo. Ogni azienda può iniziare questo processo realizzando piccole azioni al proprio interno: risparmio energetico, limite ai consumi, riciclo dei prodotti di scarto. Nei casi legati a imprese di produzione si può agire direttamente sugli impianti, il packaging e molto altro. In tutte queste situazioni l’obiettivo è limitare le conseguenze negative verso l’ambiente recando possibilmente benefici all’azienda.
Questi comportamenti hanno una portata che va al di là della loro realizzazione e sono diventati sinonimi di garanzia, qualità e rispetto. È infatti vero che con il Marketing Ambientale non solo si promuove un prodotto green, ma si consolidano anche reputazione e partecipazione.
Tutto ciò nasce anche da un atteggiamento più maturo del pubblico. I consumer sono sempre più informati e cauti. Controllano l’origine del prodotto, la filiera della sua realizzazione, il packaging che lo veicola e le iniziative corporate che ne sono all’origine.
Insomma c’è un mercato che sembra diventato più responsabile: la fase di acquisto è più attenta a certi valori e di conseguenza lo sono diventati anche il prodotto e la vendita. O viceversa.
Come si fa Marketing Ambientale?
Il metodo più comune sono le certificazioni ambientali, come le diverse etichettature “ecologiche e sostenibili”. Le famose ISO 14001 o la EMAS, oppure l’intera Life Cycle di un prodotto o servizio.
Le etichette parlano
Fare Marketing Ambientale vuol dire operare sul prodotto e sui processi di produzione, packaging, sviluppo prodotto e materie. Un percorso dall’inizio alla fine che contribuisca al supporto del rinnovabile e dell’ambiente. Anche le etichette, che sono il punto di contatto tangibile e di comunicazione tra azienda e cliente, raccontano la sostenibilità del prodotto. E lo possono fare in modi diversi:
1° tipo: vengono fissati i limiti standard di consumi e risorse per rispettare l’ambiente, considerato l’intero ciclo di vita del prodotto.
2° tipo: produttori, importatori o distributori autocertificano le informazioni ambientali del prodotto o servizio erogato.
3° tipo: certificazioni dettagliate emesse da enti certificatori sui processi produttivi, marketing e di vendita.
Il marketing mix come mossa vincente
La produzione, la certificazione e le etichette non bastano. Il Marketing Ambientale, come anticipavamo, è un sistema complesso che si avvale di più fasi e competenze. Ogni segmento deve avere una coerenza con l’obiettivo di sostenibilità:
- Product: deve essere ecologico ed ecosostenibile.
- Price: il consumatore è disposto a pagare un sovrapprezzo per tutelare l’ambiente.
- Place: i trasporti, il packaging, la distribuzione e la periodicità rappresentano ulteriori aspetti “eco” essenziali.
- Promotion: lo sviluppo di contenuti a sostegno delle attività intraprese per l’ambiente è fondamentale per diffondere la propria vision.
A tutto ciò possiamo aggiungere:
- Partnership: le azioni intraprese non devono essere una missione limitata all’azienda, ma estesa (dove possibile) con i fornitori, i consorzi, le associazioni e i consumatori.
- Policy: la creazione di un modello di garanzie e certificazioni serve come riferimento oggettivo consultabile da chiunque sia interessato a visionare come agisce l’azienda nel rispetto dell’ambiente.
Il caso IKEA
John Grant precursore del Marketing Ambientale e autore del Manifesto del green marketing, consulente Ikea per oltre 12 anni, si è impegnato in favore della sostenibilità attraverso l’introduzione di codici di condotta aziendale:
IWAY40 (The IKEA Way). Il codice stabilisce i requisiti minimi a cui i fornitori devono attenersi e comprende le istruzioni relative al rispetto dell’ambiente, all’impatto sociale e alle condizioni di lavoro. Esiste anche IWAY Forestry, il codice che garantisce le norme di gestione forestale.
Inoltre, nel 2012 IKEA ha lanciato la strategia di gruppo a favore dei valori della sostenibilità per l’anno 2020: People and Planet Positive.
La strategia prevede:
- istruzioni, strategie e prodotti per una vita più sostenibile (es. lampadine a LED, elettrodomestici ad alta efficienza energetica);
- impegno a diventare un’azienda 100% rinnovabile;
- sostegno concreto a programmi di organizzazioni come UNICEF e Save The Children a favore dell’istruzione, dell’assistenza medica e della formazione professionale.
- promozione del mercato del riuso con “L’angolo delle occasioni”, Retail Shop di mobili usati, vecchie edizioni e difettati, per “non buttare via niente”.
Il caso H&M
H&M nel 2015 ha attivato H&M Conscious, una grossa operazione di riciclo di abiti usati.
La campagna ha restituito oltre 12.000 tonnellate di indumenti usati, in tutto il mondo. Risultato? In quell’occasione sono stati realizzati più di 1,3 milioni di capi per la Collezione Conscious Exclusive.
È proprio così che H&M è diventato il più grosso consumatore mondiale di cotone biologico, riducendo l’impatto ambientale dell’industria della moda, le risorse idriche e le emissioni da smaltimento. Una perfetta economia circolare dove i nuovi prodotti vengono realizzati con quelli “esausti” reintroducendoli sul mercato. Un connubio vincente fra etica imprenditoriale e sostenibilità ambientale.
Perché intraprendere una strategia di marketing ambientale?
Oggi, come dimostra il caso H&M, la collaborazione fra azienda e consumatore sul campo della sostenibilità, oltre che migliorare l’immagine e la reputazione corporate, fa scaturire un forte legame fra le due parti.
Le richieste o i dati raccolti dai clienti possono diventare un’occasione utile per sviluppare nuove idee, best practice ambientali e prodotti ecosostenibili.
Possiamo affermare perciò che la partecipazione dei consumatori nella progettazione e produzione del prodotto finale facilita e stimola la loro fidelizzazione.
Maggiore sarà la certezza che ha il consumatore di contribuire al miglioramento delle condizioni ambientali, maggiore sarà la sua disponibilità a seguire il brand qualsiasi azione intraprenda, fosse anche l’aumento del prezzo (giustificato da un genuino impegno green dell’azienda).
Non dimenticare di dirlo…
Perché il coinvolgimento avvenga, è fondamentale comunicare in modo trasparente e completo le attività green aziendali al fine di educare i consumatori a questo tipo di approccio al mercato. Insomma se, come azienda, abbiamo accettato la nobile sfida della sostenibilità, dobbiamo farlo sapere alla nostra audience. E dobbiamo farlo nel migliore dei modi, con professionalità e correttezza.
Ci sono molti modi e strategie per realizzare questo tipo di comunicazione: dal content & video marketing, all’utilizzo della neuro-psicologia, e molte altre… Seguendo il blog, le scoprirete e forse deciderete di applicarle.