Leggi questo articolo per scoprire come riuscire a far ‘andare d’accordo’ questi due mondi, e portare vantaggi al tuo Ente (nel caso tu ne abbia uno, ovviamente).
Innanzitutto Benvenuto!
Come hai potuto capire dal titolo in questo articolo affronteremo l’argomento ‘NO PROFIT’ unito ad un altro tema che suscita parecchio interesse da quanto se ne sono scoperte le potenzialità: i mezzi di comunicazione (specie quelli online).
Purtroppo sembrano ambiti ancora molto distanti tra loro, eppure hanno molto in comune, ma soprattutto, se uniti, possono portarsi vantaggi reciproci. In questo articolo ne vedremo alcuni.
Prima però è necessario chiarire un concetto…
Perchè quando si parla di NO PROFIT spesso si intendono cose diverse (molte di queste errate o, peggio, che non hanno nulla a che vedere con questo mondo).
C’è quindi da fare una distinzione tra: NON PROFIT che vuol dire senza distribuzione di utile cioè senza scopo di lucro, e NO-PROFIT che vuol dire senza profitto nel senso che alla fine c’è un utile distribuibile.
L’uso del secondo termine è dovuto a scarsa conoscenza di questa differenza, ma spesso anche al fatto che l’amore per il non profit nutre anche un’avversità verso il profitto e la conseguente pretesa che se ne possa fare a meno.
In realtà, che piaccia o no, se è vero che si può rinunciare al profitto personale, NON è possibile fare a meno dell’utile, poiché è l’utile che permette di far quadrare i conti e permettere ad un’attività di prosperare (o perlomeno di rimanere in piedi).
Chiarito il punto ‘NO PROFIT’ passiamo al mondo della comunicazione, e a capire in che modo quest’ultimo può portare un vantaggio al primo.
Social NON solo al servizio di Aziende: ecco come li utilizzano gli Enti NO-PROFIT…
Se fino a non molto tempo fa, specie nel mondo no profit, comunicare online era considerato un lusso a cui si poteva tranquillamente rinunciare, oggi è diventata quella bombola d’ossigeno che permette ad un’attività di rimanere in vita.
Come sempre i numeri aiutano per fotografare e comprendere la situazione. Ti riporto quindi alcuni dati al riguardo.
In seguito ad una ricerca effettuata da Sodalitas, mostra in che modo vengano sfruttati questi mezzi da enti e associazioni nell’ambito del no profit.
Gli strumenti maggiormente utilizzati sono: Facebook (86%), YouTube (50%), Twitter (47%), LinkedIn (23%).
Per quanto riguarda gli obiettivi perseguiti in queste piattaforme, l’obiettivo principale per cui si utilizzano i social ha a che vedere con l’ottenere visibilità (80%) e a sensibilizzare il pubblico verso la propria causa sociale (65%).
Per quasi ⅓ degli intervistati l’obiettivo è ottenere fondi e donazioni per le proprie attività.
Inoltre il 58% delle organizzazioni dichiara di avere un’esperienza d’uso positiva di questi canali.
Tuttavia non è sempre oro quello che luccica perchè, se per quanto riguarda la presenza social i numeri sono positivi, si riscontra una difficoltà da parte degli enti nel loro utilizzo e nel comprendere in che modo comunicare in modo efficace.
Ecco le principali difficoltà che si trovano a fronteggiare gli enti NO-PROFIT che portano ad arenare la comunicazione (e non solo quella).
Da quando le varie realtà hanno compreso l’importanza di avere una presenza online, il problema per molti è diventato il seguente: capire cosa comunicare e come sfruttare questi mezzi a proprio vantaggio.
Uno dei problemi principali è dovuto al fatto che, soprattutto i profili social degli enti no profit non vengono quasi mai gestiti da professionisti del settore, bensì da impiegati o volontari interni che però non hanno una competenza specifica nella materia.
Questo rischia molto spesso di vanificare tutti gli sforzi fatti poichè è deleterio per l’ente stesso, in quanto non è pubblicare qualcosa su Facebook a fare la differenza.
Ciò che incide sui risultati è la strategia di comunicazione e la scelta dei contenuti da pubblicare all’interno del proprio palinsesto social.
Solo con queste due componenti sarà possibile creare una community qualificata che possa partecipare attivamente alle attività organizzate offline dall’associazione.
Per questo motivo, la prima cosa da fare è impostare una strategia multicanale che veda protagonista non solo Facebook, ma che prenda in considerazione anche gli altri social e, se possibile, anche i contatti email delle persone che sono entrate in contatto con l’ente no profit.
Una volta stabilita la strategia, si passa ai contenuti. L’argomento è talmente vasto che richiederebbe un articolo a parte, tuttavia provo comunque a darti qualche spunto da cui puoi partire per iniziare a creare interazioni e, soprattutto, un legame con i tuoi seguaci.
- Qual è lo scopo sociale che anima l’ente?
- Qual è la differenza tra il tuo ente e tutti gli altri che operano nello stesso settore?
- Quali sono gli obiettivi che vuoi perseguire e in che modo chi ti segue può esserti utile in questo?
- Quali sono i risultati che sono stati raggiunti finora?
- Qual è il vostro nemico? In altre parole: quali sono le ingiustizie per cui vi battete e perché avete scelto di lottare proprio contro di queste?
I modi e i contenuti con cui è possibile sviluppare questi temi sono davvero molti, ma come detto precedentemente ci sarebbe bisogno di un contenuto ad hoc.
Per ora puoi iniziare semplicemente rispondendo in modo approfondito (sottolineo: approfondito) a queste domande, scriverle in un linguaggio che sia fruibile e il più accattivante possibile per i social, e poi distribuirli sui tuoi canali di comunicazione allegandoci altri contenuti come foto e video.
Siamo quasi giunti alla fine di questo articolo…
Prima però di salutarti volevo condividere con te un ultimo spunto pratico per aiutarti a promuovere concretamente il tuo ente.
Google Ad Grants: altri modi (SCONOSCIUTI dalla maggior parte degli enti) per promuovere il NO-profit
Finora abbiamo parlato quasi solo di social, ma c’è da dire che per quanti utili ed efficaci, NON sono l’unica modalità per promuovere un ente no profit.
In tal senso esiste un programma di Google chiamato Ad Grants.
Si tratta semplicemente di un programma per aiutare le organizzazioni senza scopo di lucro a farsi conoscere sul territorio, in cui vengono offerti 10.000 dollari al mese da investire in annunci pubblicitari.
Per partecipare è sufficiente iscriversi al partner TechSoup locale e fare richiesta di convalida come organizzazione no profit.
Una volta ricevuto il token, è possibile iscriversi al programma e attendere che Google vagli la richiesta.
Nel caso in cui essa venisse accettata, oltre alla possibilità di accedere ad un grosso budget da investire in ADV, potrete accedere al programma non profit di Youtube e alla G suite in versione gratuita.
Per leggere tutti i termini di partecipazione, vi lasciamo il link alla pagina ufficiale di Google per il no profit: criteri di idoneità.